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Appuntamento il 31 Gennaio alle ore 17,30 presso il bar “Saint Mary” nell’omonima piazza, per la presentazione dell’antologia “Vite che tremano”

Il 31 Gennaio 2017, c’è un appuntamento da non sfuggire. A Quarto, presso il bar “Saint Mary”, sotto il campanile della principale chiesa e piazza del paese, si terrà la presentazione dell’antologia di racconti  “Vite che tremano”. E proprio in queste ore in cui la terra di Amatrice e dintorni, ha ricominciato a tremare, mentre si continua a combattere  con le emergenze ed il freddo, è più che mai importante contribuire a riammagliare i brandelli di una comunità anche con la cultura, l’unico balsamo che rafforza le radici di appartenenza ad una terra. La presentazione dell’antologia di racconti “Vite che tremano”, concorre all’obiettivo di ricostruire lo spaccato e la storia culturale della popolazione devastata dal sisma del 24 Agosto 2016.

Il testo è un gesto d’amore che più autori hanno inteso fare nei confronti della gente e della città di Amatrice. Un gesto che si concretizza nel racconto di “vite che tremano”, quando a tremare è la terra, la sua gente, la loro storia, le tradizioni.

Il volume è una passeggiata nel tempo e nell’animo degli autori, che raccontano  diversi terremoti vissuti in tutta Italia con l’idea che ogni città devastata da un terremoto, è sì case crollate, strade franate, ma anche ferite nell’animo e testimonianza di  tenacia e voglia di ricominciare.

L’antologia di racconti, curata da Ida di Ianni e Matilde Iaccarino, per la Volturnia Edizioni, ospita i contributi di ben 25 scrittori, giornalisti e narratori di tutta Italia  e l’intero ricavato della vendita dei libri, sarà devoluto alla ricostruzione della Biblioteca della Scuola di Amatrice.

All’incontro, promosso dall’associazione onlus Terra Buona, saranno presenti gli scrittori flegrei: Matilde Iaccarino, Luca Marano e Angela Schiavone. Le letture di alcuni racconti sono affidate alle voci di Salvatore Baiano, Angela Fabozzi e Gabriella Striani.  L’ingresso è libero ed è  un’occasione per essere concretamente vicini alla popolazione di Amatrice.

 

 

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