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“CONTA CHE PASSA LA PAZZA” un atto unico scritto da Irma Ciaramella regia di Francesco Maria Cordella. Uno spettacolo da non perdere.

redazione Pino Attanasio

direttore responsabile Raffaele Carlino

Nel ventre di Napoli antica c’è un teatro, L’Elicantropo  in vico dei Gerolomini, dove in  un piccolo spazio ricavato in un palazzo seicentesco, si esibiscono valenti attori e musicisti. L’area teatro nasce nel lontano 1996 in questo antico stabile  una volta parte integrante del complesso dei Gerolomini.

IRMA CIARAMELLA AUTRICE ED ATTRICE

Il teatro diretto da Carlo Cerciello, Imma Villa e da Pierpaolo Roselli ha proseguito, nel corso degli anni, la sua attività dedicando le sue stagioni teatrali alla drammaturgia contemporanea italiana ed europea.

L’atmosfera che si respira in questo magico piccolo teatro è di certo una sensazione di vissuta partecipazione collettiva ed interpersonale con l’artista che si pone sulla scena a pochi metri da te.

Per questo voglio citare la vissuta esperienza da spettatore con la fantastica Irma Ciaramella, attrice ed autrice dello spettacolo “Conta che passa la pazza”, un bellissimo monologo sapientemente diretto dall’ eclettico Francesco Maria Cordella che ricordiamo attore ,regista ,autore e musicista, nonché docente dell’università Suor Orsola Benincasa, che ne ha curato anche allestimento scenico e musica.

Francesco Maria Cordella regista

La storia antica o moderna, come la si vuole interpretare, è un viaggio alla ricerca della propria identità sconosciuta tra ironia e dramma del vivere quotidiano.

Una donna, imprigionata in una curiosa gabbia, si confronta e dialoga, nella sua più dura solitudine, con oggetti di uso quotidiano, gli unici disposti ad ascoltare le sue incertezze, le sue euforie e le sue pazzie.

La stessa artista ci racconta che << Conta che passa la pazza è un faccia a faccia con le brutture di una civiltà fagocitata del sistema mediatico e dalla realtà virtuale, un’invocazione che travolge la mente di chi, come nel dramma della protagonista, alla propria imminente totale perdita di memoria  intravede la via di un calvario senza fine >>

<<Le sue suggestioni umane, il suo  monologo con il suo disperato grido d’amore, struggente e delirante, porta in scena tutte le sfumature di chi prova a combattere un devastante martirio interiore frutto di un crudele gioco della vita, che si trasforma in una sorta di terapia drammaturgica per lenire pensieri e angosce >>.

Tanti gli  applausi a scena aperta per uno spettacolo da non perdere.

Pino Attanasio

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