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“Alzati e rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te” (Is 60,1)
Cari fratelli e sorelle,
Oggi la liturgia ci fa celebrare la festa dell’Epifania, cioè della manifestazione di Gesù Cristo a tutti i popoli, rappresentati dai Re Magi i quali, chiamati dall’Oriente, vengono a Betlemme per conoscere il Bambino nato in una grotta e fargli omaggio della loro fede, riconoscendolo vero Dio e vero uomo.
L’Epifania è la festa dei Popoli; è la vostra festa, cari Amici che provenite da tante Nazioni e siete stati accolti qui a Napoli.
In realtà, i Magi giunti da lontano dopo un lungo viaggio, rappresentano tutta la più vasta umanità in cerca dell’unico e vero Dio. In Gesù Cristo, Dio si è reso visibile, si è fatto vedere, sentire, toccare dagli uomini di ogni razza, di ogni luogo, di ogni tempo.
Dio vicino: è il desiderio che si trova nel fondo del cuore di ogni uomo che desidera che qualcuno lo comprenda, consoli i nostri dolori, perdoni i nostri sbagli, dia valore a tutto ciò che viviamo e, alla fine, ci accompagni a casa e ci dia pace.
È quello che ha fatto Gesù, che ha vissuto tutta la sua vita ad incontrare, ad accogliere, ad essere disponibile, a guarire e perdonare, a dare conforto.
Questo universale servizio di Gesù a favore di tutti gli uomini è prefigurato da quella luce che rivestì la grotta di Betlemme e richiamò tutti ad adorarlo.
È l’entusiasmante gioia che esprime il profeta Isaia (I lettura) invitando Gerusalemme e l’intero popolo eletto a rivestirsi della luce che viene dal Messia per superare la situazione di frustrazione e di abbandono in cui si trovavano.
Cari fratelli e sorelle, anche noi siamo invitati a rivestirci della luce di Cristo che ci copre con il manto della sua misericordia, manto di amore, di giustizia e di dignità. Veniamo, come i Magi, da lontano, da tante parti del mondo, ma uniti e affratellati dal dono della fede e delle ricchezze delle nostre tradizioni culturali e religiose.
La chiamata alla salvezza è universale. Purtroppo, non è altrettanto universale la risposta degli uomini, alcuni dei quali ancora vivono lontani e senza la luce di Cristo. Tocca a noi Chiesa andare incontro a questi nostri fratelli e sorelle portando la luce del Vangelo e offrendo quegli aiuti materiali e spirituali che fanno scoprire il volto di Dio.
La luce del Natale e dell’Epifania è anche per noi una stella che ci guida e ci orienta a vedere la nostra vita sotto un’altra luce. In tutto ciò che è veramente umano sappiamo di poter riconoscere qui, oggi, la presenza di Dio: nel sorriso di un bambino, come nel pianto di un ammalato, di un carcerato, di un disoccupato, di un emigrato, di un senza tetto, insomma di ogni uomo angosciato, solo e sfiduciato.
La luce del Natale e dell’Epifania dice a noi, come ai Magi, che la nostra esistenza, pur tra difficoltà e sofferenza, è la dimora di Dio; è il luogo della sua presenza; è come se fossimo in chiesa, anche quando siamo in casa o sul lavoro o per la strada!
Impariamo dai Magi, che provarono “grandissima gioia” nel vedere il Signore, la vera magia del Natale: vedere ogni cosa o evento della nostra vita sotto una luce diversa. Ciò non significa avere una illusione o un diverso punto di vista, ma piuttosto farci guidare dalla Presenza di Colui che abita in mezzo a noi.
Chiediamo alla Madre di Dio di accogliere anche noi, come i Re Magi, ed indicarci sempre la stella che conduce a Gesù.
Auguri a tutti
Dio vi benedica
E ‘A Maronna v’accumpagna!