richiesta locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 42 persone, 32 in carcere,
3 agli arresti domiciliari e 7 al divieto di dimora nella regione campania)
, ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione di armi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
La complessa attività investigativa, svolta dal 2021 al 2023, incentrata sui
territori dei Comuni di Teverola e Carinaro ha permesso, attraverso attività di
intercettazioni telefoniche e ambientali, l’analisi dei tabulati e i servizi di
osservazione e pedinamento, di accertare come un esponente di spicco di un
gruppo camorristico operante sul quel territorio, tornato in libertà dopo 19 anni
di detenzione, abbia avviato una serie di attività criminali volte a riaffermare il
“diritto” di gestire le attività illecite sui territori dei citati due comuni, senza
sottostare alle fazioni del clan dei casalesi nella cui area di “competenza”
ricadono proprio i predetti comuni.
Il complesso quadro indiziario ha, in particolare, posto in evidenza il coinvolgimento
degli odierni indagati nella prosecuzione dell’attività delinquenziale del gruppo di appartenenza. Le attività illecite accertate consistevano sia nelle estorsioni in danno
di imprenditori e titolari di esercizi commerciali che nell’imposizione di istituti di
vigilanza privata ad attività commerciali presenti sul territorio e di slot-machine
presso bar, locali e sale slot, la cui fornitura era devoluta a società a loro
riconducibili o compiacenti. Nel corso dell’attività investigativa è stato anche accertato il tentativo di imporre i servizi di onoranze funebri.I metodi adoperati s’incentravano sulla capacità di intimidazione scaturente dalla consapevolezza della pervasività di un potere spregiudicato a cui prestare acquiescenza: un sistema, in altre parole del tutto alternativo al complesso di regole disciplinanti la comune convivenza e che ripete la sua forza dalle
capacità “militari”, ivi compresa quella di resistere anche ai pubblici poteri ed alla forza della legge, in ciò essendo agevolato dal clima di omertà che, purtroppo, ancora aleggia in parte degli imprenditori per timore di subire atti ritorsivi contro i propri esercizi commerciali ovvero contro la propria persona o quella dei propri cari.
Il sodalizio criminale disponeva di armi che servivano sia quale strumento
efficace di intimidazione che per dirimere controversie all’interno dei circuiti
criminali.E’ anche diffusamente emerso come l’associazione traeva buona parte dei suoi
introiti illeciti dalla compravendita di una svariata quantità e qualità di sostanze
stupefacenti, quasi in regime di monopolio riuscendo, nel breve tempo, a
saturare di sostanza stupefacente del tipo cocaina, hashish e marijuana i
territori di competenza. Assai numerosi erano gli assuntori che a questi si
rivolgevano per acquistare, anche più volte al giorno, le diverse droghe. Sono
stati registrati casi di acquirenti che, non rispettando i pagamenti (che erano
consentiti anche attraverso POS portatili) e le scadenze pattuite, venivano poi
resi vittime di pestaggi e privazioni di beni personali.Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza di custodia, nei confronti di alcuni destinatari del provvedimento, è stato notificato un decreto di sequestro di alcuni beni mobili e quote societarie a loro riconducibili per un valore di oltre 1 milione di euro.I provvedimenti eseguiti sono misure disposte in sede di indagini preliminari,avverso le quali sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari delle stesse sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunti innocenti fino a
sentenza definitiva.
Caserta, 03.09.2024
COMUNICATO STAMPA