

L’opera teatrale di Raffaele Viviani, Festa di Piedigrotta, è un affresco vivace e corale della Napoli popolare, un vero e proprio “musical all’italiana” ante litteram, che va oltre la semplice rappresentazione di un evento per indagarne l’anima e il microcosmo sociale. L’opera è una celebrazione dell’identità partenopea, ma anche una profonda riflessione sulla vita, le speranze e le miserie del popolo napoletano.

Risalente agli anni ’40, l’opera è stata spesso definita il primo musical italiano, combinando recitazione, canti e musica in maniera organica per raccontare una storia e dipingere un quadro sociale.

A differenza di altri lavori teatrali che si concentrano su pochi personaggi, Festa di Piedigrotta non ha un protagonista unico. Il vero protagonista è la folla, l’umanità variegata che popola la festa, con le sue diverse storie, speranze e disperazioni. Viviani dà voce e volto a una moltitudine di figure, dai ricchi borghesi ai poveri scugnizzi.

L’opera ritrae la celebre festa di Piedigrotta, un evento storico e popolare che univa sacro e profano. Viviani ne cattura l’atmosfera con carri allegorici, luminarie, musica, vino e taralli, trasportando lo spettatore nel cuore della tradizione partenopea.

Viviani non si limita a celebrare la festa, ma ne fa un pretesto per mostrare la complessa stratificazione sociale della città. L’opera mette in scena la vita di strada, i desideri, le piccole truffe e le gioie effimere della gente comune. In questo modo, il teatro di Viviani assume una forte connotazione sociale, rappresentando una realtà che il regime fascista, in quel periodo, preferiva non mostrare.

La musica gioca un ruolo centrale, non solo come accompagnamento, ma come parte integrante della narrazione. Le musiche, elaborate anche da autori contemporanei come Eugenio Bennato in recenti messe in scena, sono essenziali per evocare l’atmosfera e i sentimenti dei personaggi.

Nonostante sia stata scritta oltre un secolo fa, l’opera mantiene una sorprendente attualità. Le dinamiche sociali, i contrasti tra ricchezza e povertà, e la vitalità del popolo napoletano descritti da Viviani continuano a risuonare anche oggi, come dimostrano le recenti riproposizioni teatrali.

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personaggi e interpreti
la Memoria | Spalluchiello, Nello Mascia
Piedigrotta, Federica Avallone
don Gennaro | Maruzzaro, Gino Monteleone
donna Filumena | Acquaiola, Federica Aiello
Nunziatina, Federica Totaro
Beniamino, Claudio Bellisario
Olimpia | Vicenza, Sabrina Incoronato
Maria, Serena Caputo
Turillo | Cusemiello | Totonno, Ivano Schiavi
Rafiluccio | Perillo | Giorgio, Alfredo Mundo
Bambina, Vittoria Giuliano
Papele, Francesco Del Gaudio
Alisandro, Christian Chiummariello
Meniello, Antonio Guerra
Sciacillo, Giuseppe Lanciato
Guardia municipale | Ficurinaro, Roberto Caccioppoli
‘Ngiulina, Viviana Curcio
Aitano, Davide Chiummo
Giuvanne | Girolamo, Luca Saltarelli
la Cantante, Pietra Montecorvino
Solista del carro delle Lucianelle, Serena Pisa
Solista del carro delle Lavannare e del carro dei Pescatori, Ernesto Lama
Solista del carro delle ‘Mpechere, Dario Sansone
Nunziello, Ciro Capano
Caterina, Rossella Amato
Mimì di Montemurro, Stefano Sarcinelli
Luisella, Angela Bertamino
Erricuccio, Massimo Masiello
Solista e percussionista, Ciccio Merolla
Ave Maris Stella, Filomena Diodati
elaborazioni musicali Eugenio Bennato
spazio scenico Raffaele Di Florio
coreografie Ettore Squillace
costumi Francesca Romana Scudiero
luci Gianluca Sacco
audio Daniele Chessa
regia Nello Mascia
produzione Trianon Viviani

