Café Chantant di Sasà Imperatore è una Napoli rivestita di raffinata eleganza.
E’ un trittico di canzoni “‘A Frangesa”, “Lili Kangy” e “Ninì Tirabusciò” rappresentativo del Café Chantant ottocentesco napoletano, ideato e realizzato in forma pantomimica (in prima assoluta) per il soprano Francesca Curti Giardina.
E’ un momento musicale tratto dalla raccolta “STORIA E TRADIZIONI PARTENOPEE” i tanti aspetti della Napoli di sempre di Sasà Imperatore.
Il Polittico, “‘A Frangesa”, “Lili Kangy” e “Ninì Tirabusciò” unico nel suo genere pantomimico, si inserisce nel corpo del Recital sulla canzone classica napoletana modellato dall’autore a misura del soprano Francesca Curti Giardina, ed é, nella sua raffinata eleganza, destinato ad essere ospitato esclusivamente nelle Sale Storiche della nostra Napoli .
I protagonisti nell’opera sono il soprano Francesca Curti Giardina, il tersicoreo Sasà Imperatore, la pianista Rosa Montano, il chitarrista Eric Mormile, il mandolinista Adolfo Tronco.
Le coreografie di Cristina Monticelli, le danzatrici sono Mattia Capasso, Lucia di Giorgio, Teresa Bagnarola.
In programma i brani Tarantella Luciana, Torna a Surriento, Dduie Paravise, Era de maggio, ‘A tazza ‘e cafè, Spingule frangese, Tarantella internazionale, la danza con Tarantella Napoletana, Gaité parisienne, ‘A frangesa, Lilì Kangy, Ninì Tirabusciò, Reginella, ‘O surdato nnammurato, Funiculì Funiculà.
I famosi brani “‘A Frangesa”, “Lili Kangy” e “Ninì Tirabusciò” recano il seme di un momento storico legato al mondo spensierato della Napoli che vedeva nella bellezza muliebre della donna il suo ideale più palpabile.
Le tre canzoni: in questione ‘A frangesa (canzone che Mario Costa compose per la famosa sciantosa Armand’Ary e da lei stessa a presentarla il 12 luglio 1894 al Circo delle Varietà di Napoli), Lilì Kangy (scritta come una macchietta dagli autori napoletani Giovanni Capurro e Salvatore Gambardella) e Ninì Tirabusciò (allegrissima canzone sulla figura della sciantosa emblema del Café Chantant, amabilmente musicata da Salvatore Gambardella nel 1911 su testo di Aniello Califano), rappresentano la natura frizzante del Café Chantant in quanto musicate appositamente in quel ritmo binario, incalzante e vivace, che approda naturalmente alla famosa mossa tanto richiesta dagli habitué dell’epoca.
I motivi dell’inserimento della canzone Reginella in coda al trittico “‘A Frangesa”, “Lili Kangy” e “Ninì Tirabusciò”.
Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento Napoli viveva la straordinaria fioritura di musicisti e poeti che davano vigore ad una tra le più felici stagioni della canzone classica napoletana.
I luoghi di incontro dove si davano convegno i nomi più famosi dell’epoca (i fratelli De Curtis, Luigi Denza, Enrico De Leva, Salvatore Di Giacomo, Rodolfo Falvo, Mario Pasquale Costa), erano il Gran Circo delle Varietà, il Salone Margherita ed il Gran Caffè Gambrinus che vivevano di Café Chantant.
In seguito alla chiusura, per motivi contrattuali, del Gran Circo delle Varietà il Café Chantant subì un arresto. I musicisti ed i poeti, dopo un brevissimo momento dedicato all’operetta, preferirono concentrare tutta la loro attenzione alla Piedigrotta anch’essa gestita da Casa Bideri.
Quindi la canzone “Reginella” (scritta nel 1917 da Libero Bovio), trova la sua naturale collocazione in coda al trittico: “‘A Frangesa”, “Lili Kangy” e “Ninì Tirabusciò”, in quanto segna musicalmente il passaggio dalla Napoli di ieri alla Napoli di oggi in cui la musicalità del ritmo binario caratterizzante il Café Chantant cede il passo al valzer carezzevole che compendia sentimentalismo, languore, malinconia, amore, attesa. Reginella segna l’addio al mondo del Café Chantant napoletano.
Sasà Imperatore