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Referendum: Caldoro, ‘basta un Si’ per distruggere il Sud

Referendum: Caldoro, ‘basta un Si’ per distruggere il Sud

Ecco la prova dell’art 116. Penalizza le Regioni del Mezzogiorno

“Il testo referendario penalizza il Sud, basta un Si per distruggere il Sud”. Cosi su Facebook, Stefano Caldoro, capo della opposizione di centrodestra in consiglio regionale della Campania.

“Il no nostro – dice – un NO nell’interesse dei cittadini del Mezzogiorno. Marco Esposito, giornalista del ‘Il Mattino’, molto attento alle questioni del divario territoriale, ha letto con attenzione uno degli articoli modificati, il 116. Le regioni non sono tutte uguali ed alcune di esse potranno chiedere, con la nuova Costituzione, più poteri. Sono le regioni virtuose, quelle che hanno bilanci forti, quelle che hanno una rendita del passato perché nascono più ricche. Le regioni virtuose non sono individuate fra le più brave ma fra le più ricche. Per condizioni strutturali di partenza”.

Caldoro sottolinea rilanciando con un esempio “Hanno i genitori ricchi, ma loro non sono capaci, e noi invece che abbiamo avuto i genitori poveri e siamo capaci veniamo penalizzati”.

“Marco Esposito ha recuperato – aggiunge Caldoro – un documento ufficiale sottoscritto da consiglieri regionali del Partito Democratico di una grande regione del Nord, dicono – leggendo il documento – ‘ la formulazione dell’articolo 116 fornisce un rilevante strumento di autonomia alle regioni più virtuose sotto il profilo del bilancio (nate ricche), consentono a queste ultime di accedere a condizioni particolari di autonomia in alcuni ambiti di competenza esclusiva dello Stato tra i quali sono inclusi: il governo del territorio, le politiche attive del lavoro, l’ordinamento scolastico, la tutela dei beni culturali, l’ambiente, il turismo, il commercio con l’estero’”.

“E’la prova che vengono aiutate le regioni forti del Nord. E non perché ci sia una ragione vera ma perché si premia una rendita di posizione, chi nasce ricco rispetto a chi è più povero. Il Sud lo è perché storicamente ha avuto meno trasferimenti. Non si valuta chi ha merito, chi è più bravo, non si stimola la competitività. Questa è un’altra ingiustizia che deve portare tutti a un forte e convinto NO” conclude Caldoro.

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