Canale 268
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“Parterre de Roi” al circolo Posillipo per la presentazione del libro sulla vita di “Faustino Canè presentato da edizioni Cuzzolin.

Faustino Canè

Una bella serata per Faustino Canè il napoletano di ” Rio de Janeiro”

organizzata magistralmente dell’Editore

Maurizio Cuzzolin che in compagnia dell’Autore, Adolfo

Mollichelli e del protagonista del libro, Faustino Canè, ha

visto partecipare Josè Altafini, per la prima volta a

Napoli dopo moltissimi anni, Vincenzo Montefusco ed il

giornalista Carlo Verna, prefattore del libro.

L’affollatissima sala del circolo nautico di Posillipo

In una cornice da stadio, tra amici e pubblico,

la sala dei trofei del Circolo Posillipo era stracolma.

 Posti in piedi per onorare la

carriera sportiva e per celebrare la grande umanità di

Canè, una persona speciale ed amatissima dai napoletani.

CANE’ ,CUZZOLIN, ALTAFINI, IMPROTA E MOLLICHELLI

Idolo dei tifosi, è entrato nel cuore di tutti non solo per le

sue gesta sportive ma anche per le sue scelte di vita.

Sposa una napoletana, la Signora Adele Papa ed è a

Napoli che sceglie di vivere. Attualmente siamo alla

quarta generazione in quanto bisnonno!

Il suo nome Jarbas, il suo cognome Faustino, ma per tutti

è sempre stato CANE’ e questo evento celebra il mito del

napoletano di Rio de Janeiro!

MAURIZIO CUZZOLIN
ADOLFO MOLLICHELLI

Arriva in Italia il 29 luglio del 1962, all’alba dei

favolosi anni sessanta. Acquistato dall ‘Olaria da

Achille Lauro, il Comandante dell’omonima Flotta

allora Presidente del Napoli. La leggenda narra che il

procuratore Josè da Gama avesse presentato al

Presidente tre foto di giocatori brasiliani ed il

Comandante pare abbia scelto Canè “perchè è o cchiù

scuro, accussì i difensori se mettono appaura!”

Da quel giorno Cané, è subito sentito anch’egli figlio

di Partenope, città che non ha mai più lasciato.

Pesaola lo trasformò da centravanti ad ala e fu la sua

fortuna. Aveva un tiro micidiale che i napoletani

soprannominarono “ a cagliosa”!

Le sue gesta ispirarono la fantasia dei tifosi napoletani.

E fu così che una domenica in curva apparve uno

striscione irriverente con la scritta Didì, Vavà e Pelé sit a

guallera ‘e Cané.

CARLO VERNA

Canè è tutt’oggi una bandiera del Napoli ed i tifosi si

rivedono in lui per la semplicità e la simpatia che ispira.

Uno di noi, è così che i tifosi lo definiscono.

Maurizio Cuzzolin sottolinea quanto Canè “sia stato un

protagonista di un calcio che non esiste più, un calcio

fatto di passione e di sentimenti profondi nei confronti

della maglia che si indossava, un calcio in cui ogni

squadra aveva la sua bandiera, ovvero il suo uomo

simbolo che per niente al mondo avrebbe cambiato

casacca. Un calcio assolutamente meno esasperato in

tutti i sensi, in cui gli interessi economici non erano

sempre in grado di prevalere sul senso di appartenenza”

Canè è legato all’autore Adolfo Mollichelli da una

fraterna e profonda amicizia. Gli ha raccontato la sua

vita e gli ha confessato “ho la cittadinanza italiana,

ma ho un sogno nel cuore, il riconoscimento di

cittadino napoletano. Ne sarei immensamente felice!”

e mentre pronunciava queste parole Mollichelli

racconta che

“gli luccicavano gli occhi”.

Josè Altafini

Il suo compagno di

squadra Josè Altafini, quando venne a Napoli portò

nello spogliatoio azzurro oltre alla sua classe la sua

allegria contagiosa e con Cané e Sivori composero il

trio delle meraviglie. Due brasiliani, José e Faustino,

dal carattere diverso ma legati da un sentimento

profondo manifestato attraverso il lungo ed affettuoso

abbraccio in cui si sono uniti, commuovendo non solo

i protagonisti, ma anche tutti i presenti, proprio come

nelle favole a lieto fine.

comunicato stampa M.C.

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