Successivamente il GIP del Tribunale di Torre Annunziata, in data 29 luglio 2024, non convalidava il fermo per difetto di un attuale e concreto pericolo di fuga, ma emetteva ordinanza di custodia in carcere a carico dell’indagato per tutti i reati contestati, escludendo la circostanza dell’aggravante del metodo mafioso per il solo delitto di strage.In particolare, l’indagato, lo scorso 19 luglio, in pieno giorno, dopo aver fatto ingresso all’interno dello stabilimento balneare “Lido Azzurro” di Torre Annunziata con un complice non ancora identificato, armati di una pistola e di un fucile, avrebbe aperto il fuoco nei confronti di una persona che si trovava nel mezzo di una folla di bagnanti – mettendo in pericolo così la pubblica incolumità- mentre la vittima designata riusciva a scappare ed a mettersi in salvo.L’azione sarebbe stata preordinata ed organizzata per punire la vittima a causa di uno sguardo di sfida che avrebbe rivolto all’aggressore.Le ragioni presumibilmente sottese all’agguato ed uno degli autori dello stesso venivano individuati grazie a diverse attività tecniche già in essere da parte dei Carabinieri del N.I. di Torre Annunziata ed ai successivi accertamenti svolti, nell’immediatezza dei fatti, da personale della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Torre Annunziata Le modalità dell’azione sopra descritte venivano ritenute tipicamente mafiose in considerazione non solo della complessiva ricostruzione della condotta ma anche del presumibile movente della stessa. L’ordinanza eseguita è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e, quindi, presunta innocente fino a sentenza definitiva. Napoli, 31 luglio 2024 |